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Geological Tours

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Natura sorprendente nelle lanche del Ticino
 

autore:    Marco Montecroci [05-05-2012]

A soli pochi chilometri dalla metropoli lombarda esiste un'area naturale di grande valenza naturalistico-ambientale, anche se spesso dimenticata: il Parco del Ticino. L'azione morfogenetica del Fiume Ticino, che ha origine nell'area alpina del Gottardo (Svizzera italiana), attraverso l'Era Quaternaria, ha dato vita ad un passaggio naturale di grande importanza per numerose specie di uccelli migratori, permettendo loro aree di riposo, di nidificazione e un bacino naturale fonte di cibo. Il tratto subito a valle dell'immissione dal Lago Maggiore il fiume è ancora stretto tra aree urbane e il suo corso è "gestito" dall'uomo con argini, chiuse e prese idriche (tra cui la grande opera idraulica di Leonardo, il Naviglio). A sud di Abbiategrasso e di Vigevano il fiume è invece libero di muoversi in una vallata più ampia; qui il suo corso si dirama in numerose lanche fluviali che determinano la formazione di isolotti boscosi e barre sabbiose dando vita ad un intricato ambiente acquatico ricco di specchi d'acqua tranquilli, uniti da piccoli torrenti, rami laterali del fiume principale, nascosti e spesso difficili da raggiungere. Il bosco avvolge queste "vie d'acqua" a volte con una selva impenetrabile fatta di rovi (di more e di rosa canina), di arbusti (tra cui ginestre e gelsi), di canneti e di alberi capaci di vivere in terreni spesso allagati, come il salice. Nelle isole con maggior rilievo, resiste quella che era la foresta primaria della pianura padana, costituita prevalentemente dal rovere e dal pioppo nero. In questi boschi vivono indisturbati cinghiali, volpi, lepri e caprioli, unico elemento di disturbo rispetto alla fauna originaria è la presenza della nutria, una via di mezzo tra una lontra e un castoro, che costruisce tane sotterranee negli argini dei torrenti e dighe con avanzi di legname, importata in passato come animale da pelliccia e in seguito insediatasi nel parco. Tra gli uccelli possiamo osservare facilmente le folaghe, la gallinella d'acqua e il germano reale, tre specie che nidificano tra i canneti delle lanche. Un tempo di passaggio ma oggi insediati come stanziali sono gli aironi (la bianca garzetta, l'airone cinerino e l'airone rosso maggiore), la nitticora e il tarabusino, che nidificano sugli alberi più alti e che possiamo sorprendere nell'atto di catturare i pesci nei tratti tranquille del fiume. Tra i predatori aerei non mancano due grandi rapaci come la poiana e il falco pecchiaiolo, specie più piccole come il gheppio, lo sparviere e saltuariamente (di passo) il falco pellegrino, o specie notturne come il barbagianni, la civetta e l'allocco (raramente viene avvistato anche il gufo di palude). Uscendo dal bosco più fitto entriamo nell'area del parco che interagisce con gli ambienti agricoli, estremamente controllati dal punto di vista delle sostanze utilizzate in agricoltura (all'interno del parco non sono ammessi diserbanti e antiparassitari per non ledere la natura presente), dove spiccano le risaie, i pioppeti e gli agriturismi che producono frutti di bosco e ortaggi; in questo territorio possiamo scorgere più facilmente gli aironi, i rapaci che nidificano sugli alberi più grandi o le specie avicole di brughiera come il fagiano, la quaglia e la starna.

Muoversi in questa parte del parco per osservare la natura necessita di un po' di capacità di orientamento, per districarsi tra i tanti piccoli sentieri che in estate spesso sbarrano il passaggio con fronde di salici o di rovi; necessita di abbigliamento adeguato come per esempio un paio di stivali che permettono di attraversare i tratti paludosi, pantaloni lunghi per non rovinarsi le gambe con le spine e durante l'estate un buon repellente per gli insetti che pullulano specialmente se si vuole approfittare dei momenti della giornata con il sole basso (alba e tramonto) che sono gli orari più adatti per osservare gli uccelli. Binocolo, teleobiettivo e cavalletto sono utilissimi per chi vuole approfondire un po' l'osservazione e tentare qualche bella foto per esempio di un martin pescatore nell'atto di catturare un pesce. Utile può essere anche uno dei tanti manuali sugli uccelli, al fine di agevolare il riconoscimento e la comprensione dell'habitat e delle abitudini delle differenti specie.

Un ottimo mezzo che permette di entrare nelle aree più remote è sicuramente la canoa; una canoa da 2-3 posti permette ancora di più di entrare in contatto con la natura scivolando silenziosi sull'acqua; durante una gita nelle ore serali non è raro cogliere un cinghiale che fa il bagno di fango sulle sponde del fiume o un capriolo mentre attraversa il torrente. Ancor più facile è cogliere gli aironi cinerini e le garzette mentre pescano dalle rive delle piccole isole di ghiaia oppure osservare i pulii (pulcini) delle folaghe nei loro primi tentativi di attraversamento del fiume.