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La guida racconta
In Islanda dove la vegetazione è presente viene classificata come “oceanica sub-artica”, con manto verde rigoglioso formato da muschi e licheni che generano rigogliose colonie anche nelle aree più impervie o dove la neve domina il territorio per la maggiorparte dell’anno. Nei versanti protetti dal vento, alle quote più basse e e in ampie aree della costa meridionale proliferano forme arboree basse come  la betulla (pubescens), la betulla nana, il salice oltre a numerose specie di arbusti delle varie varietà di mirtilli ed ericacee.
L’uomo, che nei secoli passati ha depredato queste piccole foreste, oggi si impegna al ripopolamento introducendo specie “non endemiche” come pini e abeti che stanno crescendo in alcune aree dell’isola modificando l’aspetto originario del paesaggio (in prossimità dei centri abitati di Egillstadir, Akureyri e Selfoss e ovviamente nei dintorni di Reykjavik)

Allontanandosi dalla costa, mitigata dall’ Oceano Atlantico, così come alzandosi di  quota (sono sufficienti 200-300 metri di altitudine per entrare in una fascia altitudinale di alta montagna) troviamo ambienti caratterizzati da condizioni climatiche più estreme, ghiacciate per la maggior parte dell’anno, spesso   sature di acqua in estate e battute dal vento; quì la vegetazione è relegata a poche rare specie tipiche della tundra artica (presenti per esempio in Lapponia e alle Svalbard): torbiere, muschi e licheni nelle aree umide e protette dal vento, piante pioniere (silene acaulis e armeria maritima) nelle distese aride e sabbiose.

Nel centro dell’isola, a ridosso del ghiacciaio Vatnajokull le condizioni ambientali per la vegetazione diventano proibitive: qui neve, gelo e vento dominano per più di 7 mesi all’anno. In estate dal ghiacciaio e dallo scioglimento delle nevi accumulate su vulcani e altopiani si liberano ingenti masse d’acqua che spostano milioni di metri3 di sedimenti, ogni anno. Si creano immense distese di sabbia nera che al ritiro dei torrenti, a luglio, cominciano a muoversi spostate dai venti dominanti e creano cordoni di dune e accumuli sui versanti rocciosi. Nessun seme può attechire, nessuna colonia di specie pioniere riesce ad ancorarsi al terreno nelle vaste distese desertiche tra i vulcani Trolladingja, Kistufell ed Askja: qui il paesaggio diventa sahariano, gli ambienti lunari e le sabbie … mobili come nei banchi sabbiosi del Rio delle Amazzoni. In questi duecento chilometri di deserto senza vita, le forze naturali sono quelle primordiali e inesorabili della Terra, che ad ogni stagione estiva modellano e trasformano il territorio, fino all’arrivo dell’inverno, quando tutto torna bianco e immobile per altri 7 mesi.


In un quadro ambientale ricco di variabili seppur in un territorio di modeste dimensioni, la ricchezza di specie è inaspettata. In Islanda si contano ben 550 tipi di muschi (dominanti nell’Islanda meridionale tra i 200 e i 400 metri di quota) e 450 tipi di licheni (dominanti a Nord e ad altitudine superiore ai 400 metri di quota). Questi vegetali pionieri, attecchiscono sui terreni lavici e detritici anche privi di suole e preparano la strada per l’avvento di specie più complesse. Le loro distese vellutate sembrano tappeti cangianti che formano incredibili disegni e tavolozze dai colori unici ed inusuali.
 
Infine ci sono i piccoli miracoli floreali: in questi ambienti così estremi, non mancano di certo i fiori, a dare allegria e colore, a portare la primavera nella breve estate islandese. Dalle minuscole genziane alpine (Gentiana nivalis) e dai cuscinetti di timo fiorito (Thymus articus) alle pianticelle pioniere che sbocciano intorno a una sorgente calda, tra la sabbia lavica e i depositi di zolfo o alle specie capaci di fiorire nelle paludi e nelle torbiere allagate, come il cosdetto “cotone artico” (Eriofori) che punteggia di pallini bianchi le verdi distese acquitrinose. 
Le praterie di mezza montagna (tra 100 e 300 metri di quota) si popolano di sassifraghe, margherite e perfino una specie di orchidea (Elleborine), soppiantate dalla metà di agosto dai fiocchetti (Eriophorum angustifolium) fìfa in islandese, che ricoprono i prati verdi con una soffice lanugine bianca. 

Reportage di Viaggio di Giovanni Dalla Valle