:: HOME - VIAGGI :: ESCURSIONI / WEEKEND :: EVENTI :: PROSSIME PARTENZE :: GUIDE KAILAS
:: INFO & UTILITY
La guida racconta
Una volta ancora tra queste combe, con scarponi pieni di passi e il cuore che esonda storie.

Il Mont Emilius (3559 m), la montagna di Aosta, che come "picco della decima ora", scandiva il tempo canonico dell'antica Augusta Pretoria, una gigantesca meridiana di pietra e ghiaccio. Era la prova del guerriero per i montagnardi della mia generazione, ed era la vetta di famiglia, o una di esse, per me. 
...E poi la Becca di Nona (3147-3142 m), la sorella minore, l'estetica Vallettaz (3090 m) e la Cresta Nera... la mia prima punta, prima ancora di potermi chiamare bocia (bambino). E non dimentichiamo la Belle Face, la cima invisibile! 
Mio zio ebbe il più antico rifugio (locanda) della vallata, la Montanara, e di lì nacque la compagnia di Pila, con i due Mario, Bescia e Stuffer. Tra questi alberi "giocavano" i battitori di piste, mangiavano i boscaioli, scalavano gli alpinisti. Allenati dalla Coppa d'Acciaio della Cogne o forgiati dal primo nucleo di Resistenza della Vallée, correvano quei ragazzi, animando una vita che sembrava eterna, ma non sarebbe durata oltre il rumore della prima ruspa...
Eppure echi di quelle storie sarebbero poi state raccontate nel vallone di Comboé, tra le onde dei larici al vento, dalle faglie della Pierre a Les Laures. Nuove nervature invisibili sarebbero comparse sul Triangolo Nero e così, tra cantici e appigli, persino la statua del Cristo di Chamolé sarebbe stata sostituita da una copia bronzea. 
Ancora oggi possiamo cantare le canzoni di allora, dalle nevi del lago Gelato, ai mirtilli di San Grato e Sant'Orso. Ancora adesso possiamo  vivere la grande avventura, perché quel tempo non tempo, non è che un battito nella lunga vita di queste Montagne, che non possono che accoglierci se varchiamo la soglia con rispetto ed entusiasmo. 
Reportage di Viaggio di Christian Roccati